mercoledì 22 novembre 2017

Io penso onestamente...

Io penso, onestamente, che oggi in Italia non ci sia nessuno, ma proprio nessuno, che possa, a buona ragione, lamentarsi dell'andazzo; non ci sia nessuno che abbia il diritto di urlare la propria rabbia contro la corruzione, contro la mala-politica e la mala-amministrazione; non ci sia nessuno che possa lamentarsi per la sporcizia e lo schifo delle amministrazioni dei piccoli paesi come delle grandi città. Io penso, onestamente, che noi tutti abbiamo, chi più chi meno, responsabilità o anche solo una generica "culpa in vigilando", perché non abbiamo denunciato un fatto di malaffare, anche un solo fatto di cui saremmo pure venuti a conoscenza, perché tutti prima o poi ne siamo, anche solo una volta, venuti a conoscenza. Io penso che tutti o quasi tutti siano compromessi e che, se anche non lo avessimo fatto noi direttamente, per i nostri interessi o per gli interessi di un parente o di un amico, almeno una volta abbiamo avuto la notizia di qualcuno che si sia rivolto a un sindaco intrallazzatore, a un direttore di banca corrotto, a qualche dirigente d'ufficio pubblico, a qualcuno che potesse qualcosa nelle stanze del potere o che abbia avuto accesso diretto o indiretto a quelle stanze. Il malaffare, la corruzione, l'interesse privato in atto pubblico o anche solo il... "non preoccuparti! Ci penso io, ho un amico" è sistemico e generalizzato; non è più un problema di persone, né di partiti politici, è un problema generale della nostra società che ne è interamente infettata. Abbiamo voglia noi ad azzuffarci come se stessimo facendo il tifo allo stadio durante la disputa di un derby stracittadino. Mi dispiace dire l'ovvio e anche ricordarlo ma qui non siamo all'Olimpico per Lazio-Roma e nemmeno a Milano per Inter-Milan. Noi continuiamo a litigare a "fare il tifo" per i 5-Stelle o per il PD, per Forza Italia o per la Lega, per Fratelli d'Italia o per SEL, inalberandoci e prendendo cappello, gli uni contro gli altri ogni volta che uno dei nostri avversari sbaglia, ogni volta che viene raggiunto da un avviso di garanzia o, addirittura, viene arrestato e incarcerato. L'altro giorno un mio conoscente mi ha mandato elegantemente "affanculo" per delle affermazioni che attenevano semplicemente alla nostra opposta visione delle questioni politiche. La verità è una, ed è una sola, ed è anche molto amara: sembra non ci sia più nessuno (o, quasi nessuno. Ed uso il quasi per pietà) in Italia che, una volta raggiunto un certo qual tipo di potere - dall'amministratore di condominio al deputato; dal preside al direttore generale di un ministero; dal capo dei vigili urbani del paese di checazzonesò al direttore di una filiale di una bancarella di provincia - che non usi quel potere a fini privati e non pubblici. Non c'è nessuno che si faccia più il minimo scrupolo di usare quel potere per tirare su qualche liretta per lui, per ottenere qualche vantaggio personale per se o per i suoi parenti o per gli amici e gli amici degli amici, per crearsi una pletora di sottopancia da scatenare per una campagna elettorale o per un consiglietto di amministrazione o per farsi regalare il Suv nuovo o per farsi fare la facciata della villetta gratis. Questo quando va bene. Perché in alcuni casi i vantaggi personali, a danno dei bilanci societari, dell'erario o della collettività, sono quantificabili in migliaia di euro, come nel caso di Scajola che si trovò intestato un attico con affaccio sul Colosseo "a sua insaputa" o come l'ultimo caso di Marra che ha avuto uno sconto sulla casa di ben 500.000 euro. Non passa giorno che i mezzi d'informazione non diano la notizia di un arresto, di un fermo, di una indagine per corruzione, interesse privato in atti pubblici, peculato e altri reati economici, nei confronti pi personaggi più o meno famosi, più o meno facoltosi, più o meno impegnati politicamente. Facciamo quindi tutti un bel MEA CULPA. Facciamo tutti un esame delle nostre coscienze sporche, evitando di tirare la croce sul vicino. Ricostruiamo il nostro senso civico. Solo così potremo sperare in una futura, possibile, non utopistica Italia migliore. sic stantibus rebus...

smr