venerdì 18 luglio 2014

Dante Cerilli  su 

Il critico letterario Roberto Tortora legge "Le stagioni della lattaia"




"Per il fatto che mi mandi tue cose senza nemmeno due parole di accompagnamento meriteresti la ghigliottina!
Ma il tuo spirito di eterno provocatore trova pace solo quando ti protendi nei tuoi scritti dove si ricompone  - non è che scompaia il "guerriero" che è in te -  la tua razionalità (e la parzialmente canonica dose di ponderazione) e si snoda lungo una prosa colloquiale e "parlata" capace di rievocare stati d'animo, luoghi, persone e storie  con la freschezza di colui che è senza colpa alcuna dei danni del mondo, candido della ingenuità del dire, dato che così è, e così si racconta!
Tortora procede nelle analisi sul tuo lavoro con stile idealistico d'impronta verista, che non esclude quindi la ricerca della connessione tra idealità e realtà, procedimento che trova un equilibrio assai complesso e difficile nella narrativa contemporanea.Lasciamo una traccia che non è disconnessa, ma è integrale del nostro tempo e il futuro saprà capire il nostro ruolo (ma noi non lo sapremo!)."

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