venerdì 21 settembre 2012

Alessandro, il funaio che somigliava a Nero Wolfe.



dalla mia raccolta di racconti "Le stagioni della lattaia" metto qui un breve estratto della
"Piccola storia n.5: Alessandro, il funaio che somigliava a Nero Wolfe".




  "...Se andava bel tempo potevi trovare Alessandro, ogni giorno, sotto casa - seduto spalle al muro: in attesa della consueta calda brezza marina che lo ristorava. 
Oppure all’ombra del grosso olmo secolare che stava di là della strada - di fronte alla finestra della sua cucina. 
Sempre seduto sulla sua sedia imbottita di paglia.    
Solo ogni tanto si spostava. 
Per sfuggire al sole feroce dell’estate braccava l’ombra che girava intorno al palazzo. 
Se invece pioveva, trasportava - stavo per dire veloce. Mi sarei clamorosamente sbagliato. Lo faceva con calma, molta calma - il suo povero armamentario all’interno del palazzetto. E lavorava nell’androne - col portone spalancato. 
Voi non potete saperlo ma Alessandro era curioso come una scimmia. Anche impegnato dal suo lavoro voleva continuare a scrutare la strada bagnata, i pochi passanti, e il traffico sonnacchioso delle rare automobili che all’epoca percorrevano il lungo Viale della Libertà. 
Durante la bella stagione lavorava anche la sera tardi. 
Per risparmiare qualcosa sulla bolletta della luce, sfruttava l’illuminazione pubblica appena installata. 
Si sistemava proprio al centro del cono luminoso che calava sul marciapiede dal fioco lampione attaccato, in alto, sulla parete esterna della sua abitazione - e lavorava..."

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