martedì 10 luglio 2012

APPUNTI SPARSI DOPO LA VISIONE NOTTURNA DEL FILM DI INGMAR BERGMAN: LA TERRA DEL DESIDERIO.



“Dobbiamo avere qualcuno da amare. Se non lo abbiamo è come essere morti.”

Terzo film di Bergman.
Quarto, secondo alcuni.
Che contano, evidentemente, le ultime scene del film, ascritto a Half Sjoberg, “Spasimo” (“Hets”, 1944) girate da un esordiente Bergman in sostituzione del regista titolare (indisponibile) per gentile concessione del produttore.
Ancora un titolo tradotto malissimo e in modo assolutamente fuorviante da distributori italiani, ignoranti e senza scrupoli, che strizzano l'occhio al botteghino e vogliono introdurre nel titolo pruriginose sfumature erotiche inesistenti nel film.
“La terra del desiderio” c'entra poco o nulla con “La nave per le Indie” del titolo originale (“Skepp till Indialand”) semplicemente tradotto in italiano.

SINOSSI:

Il film racconta la storia d'amore tra il marinaio Johannes (un giovanissimo Birger Malmsten, prototipo dell'attore bergmaniano, che rivedremo il molti film successivi) e Sally (una sbiadita Gertrud Fridh, che invece non rivedremo molto spesso).
Quando lui le dichiara di non averla dimenticata nei sette anni in cui è stato via, lei lo respinge.
Lui vaga sulla spiaggia sassosa ricordando i bei momenti andati.
Parte da qui un lungo flash-back.
Johannes ha un padre, capitano della nave, non altrettanto morigerato.
In una delle bettole che abitualmente frequenta l'uomo conosce un giorno Sally, una cantante-ballerina, e commette l'errore di portarla a casa sua, imponendo la presenza della donna in famiglia.
Tra Johannes e Sally, coetanei, fiorisce presto l'amore.
Il padre, per questo motivo, tenta di uccidere il figlio, durante il recupero di una nave, ma Johannes scampa il tentativo del padre, aiutato da altri marinai.
Il drammatico episodio convince il giovane che è meglio allontanarsi, partendo per terre lontane.
Quando il flash-back finisce Johannes torna da Sally, le propone di ritornare insieme e di ricominciare una vita.
Sally sulle prime resiste alle sue insistenze, poi accetta la proposta del giovane.
Infine insieme salgno sulla nave che salpa verso una vita nuova, tra un volo di gabbiani.

RECENSIONE:

Film molto schematico.
Con alcune scene iniziali che costituiscono un breve prologo; un lungo flash-back centrale che costituisce il vero corpo del film; alcune scene finali che costituiscono l'epilogo.
Girato poveramente, con pochi mezzi.
Ma a Bergman non servono effetti speciali: ha già bene in mente quale sarà il suo cinema futuro. Pochi “dolly”, molti primi-piani.
Egli mette in tavola quelli che sono indiscutibilmente i suoi piatti preferiti nel primo periodo romantico:
rapporti tra le persone (specie di sesso opposto);
rapporti problematici tra padre e figlio (chiari accenni autobiografici);
amore come unico mezzo per garantire la convivenza tra le persone e come panacea di tutti i mali psicologici e socio-economici.

Eppoi Ingmar Bergman dimostra di sapere già scrivere: e sebbene non sia ancora maturo per il cinema (ma già ben attrezzato per il teatro) ci propone la solita sceneggiatura di ferro.

“C'è stata una gran tempesta stanotte: a volte ci vuole pulisce l'aria!”

“Bisogna cercare di evadere quando ci sentiamo chiusi, altrimenti il muro si alza e non c'è che da buttarsi dalla finestra!”

“Ho la sensazione che non ci sia niente al mondo che possa veramente durare. So solo che ti amo, tutto il resto non conta.”

Sono le frasi (che non si scordano molto facilmente) che il Maestro fa dire ai suoi protagonisti (e che tutti vorremmo aver detto!) nei momenti topici del film.

Secondo Sergio Trasatti:
“...Un film povero, realizzato con pochi mezzi. Un film semplice, lineare, didascalico. La morale è messa via via in bocca ai protagonisti.”








SMR

4 commenti:

  1. E segnaliamo che Fuori orario sta mandando Ingmar a iosa, segnaliamo!!!

    RispondiElimina
  2. si, e ti ringrazio Gegio, segnaliamo che Fuori orario sta mandando in onda Bergman a iosa, in terzo e quarto orario perchè secoindo i dirigenti Rai ..."in prima serata Bergman non fa audience!" (sic!)

    RispondiElimina
  3. Non è tanto quello il problema, piuttosto Fuori orario, che potrebbe mangiarsi RaiMovie e proporci roba del genere. La7 sperimenta i film in bianco e nero in prima serata, un piccolo esempio di come recuperare "roba" dal passato remoto perché non lo fa più nessuno.

    RispondiElimina