sabato 25 febbraio 2012

TERRACARNE: l'ultimo libro di FRANCO ARMINIO.



Franco Arminio non delude. Mai.

"25 anni dopo il terremoto (dell'Irpinia, ndr) dei morti non sarà rimasto più niente: dei vivi ancora meno." Con questa tremenda frase, letta durante la trasmissione su RaiTre "Vieni via con me", Roberto Saviano presentò all'Italia Franco Arminio, di professione: paesologo.

Io ho "conosciuto" Franco Arminio o meglio la sua scrittura, con Cartoline dai morti,

http://salvatore1957.blogspot.com/2011/01/cartoline-dai-morti-lultimo-libro-di.html

e me ne sono innamorato.

http://www.amazon.it/product-reviews/B00606TVJY/ref=dp_top_cm_cr_acr_txt?ie=UTF8&showViewpoints=1

Quello era un libricino, piccolo piccolo nella struttura; ma grande, anzi grandissimo nella sostanza.
Un centinaio di epigrammi, anzi di epitaffi, graffianti, acuti, comici, fulminanti, veri, dolorosi, sanguinanti, ironici, stranianti, destabilizzanti.
Ho proseguito la mia documentazione con: Nevica. E ho le prove.
E poi con: Vento forte tra Lacedonia e Candela.
Li ho trovato entrambi molto interessanti; ben scritti; e anche perfettamente congrui e coerenti col suo "percorso" paesologico.
Fino a quando non sono arrivato a Terracarne: la sua opera meglio riuscita; la più corposa e polposa, forse anche la più dolorosa e dolente.
Un viaggio, quasi interminabile, lungo i saliscendi dell'Italia dei paesi, quasi tutti del Sud, ma con alcune originali e piacevoli escursioni anche al profondo Nord.
La prosa di Franco Arminio non delude, mai.
Appare rapida, senza fronzoli, ma rotonda; non costruita o prefabbricata; efficace, come raramente avviene, nella descrizione a volte cruda, a volte sconcertata e sconcertante dei posti, dei volti, delle persone, degli animali, del tempo, delle pietre, delle vie, delle macerie, delle piante che incontra sul suo cammino, di cui ci parla nel suo "vagabondaggio", nel suo errare incessante, quasi parossistico, alla ricerca dell'uomo, dell'io, di se stesso, della verità, dell'equilibrio, della Natura Madre.
Per questo consiglio a tutti e caldamente di leggere Terracarne; anzi consiglierei di adottarlo come libro di testo e farlo leggere nelle scuole, di ogni ordine e grado, abitate da mandrie di quei quei ragazzi moderni "spaesati" e persi per i quali - haimè! - il prezzo degli occhiali griffati è inversamente proporzionale al livello di intelligenza e di sensibilità.
Sono riconoscente a Franco Arminio per aver inventato questa bella e utile disciplina: la paesologia, alla quale mi sono iscritto come seguace modesto e nel contempo avido; e che, mai come in questi tempi bui, può aiutarci tutti a riscoprire la più vera naturalità e la più vera ricchezza delle nostre terre e insegnarci a salvaguardarle dalle rapine, dai saggheggi, dalle angherie e dalle violenze alle quali è stata sottoposta per anni e viene ancora sottoposta quotidianamente.

SMR


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